martedì 11 settembre 2007

Se vuoi saperlo lo FAI



Ci si sguazza, ma tornare indietro è sempre un'avventura.
La prima cosa che colpisce del tornare a Milano è che tutti parlano in italiano. vabbè, circa. Cmq, la cosa significa comprendere tutto, tutti, dalla più minima cazzata adolescenziale a tutti i dettagli sull'imminente collezione autunno-inverno.
Ma odio molto di più:
- i cartelloni pubblicitari di Katia arredamenti, con quella becera in caschetto biondo fresco di parrucchia che ringrazia la sciùra Maria
- l'accanimento con cui la Coop cerca di convincerti che si sta facendo un culo così per tenere i prezzi bassi
- Coach Recalcati, ma adesso non c'entra
- lo stuolo infinito di fighe mezze famose a cui mettono addosso dell'intimo ridicolo per finire appiccicate su cartelloni giganteschi, ripetitivi, incombenti. fortuna che non li fanno 3d

Tuttavia, queste sono distrazioni. Insopportabile, al di là dei lavori in viale zara, del ticket antismog, della retorica sul calcio, è l'atmosfera di sonnolente attesa che informa la nostra educazione, stile di vita, socialità.
Ho passato nove decimi della mia vita a studiare. per lo più cose disgustose: "mamma non mi piace il latino..", "zitto, tappati il naso e ingoia, serve per il tuo futuro". un giorno ringrazierai.
un giorno. o anche due perchè no.
una volta passavo le notti a chiedermi quando sarebbe arrivato quel giorno. ora più prosaicamente dubito che esista effettivamente; dopo vent'anni passati a investire nel futuro un giorno ti svegli e il futuro è passato, almeno in quest'accezione. no surprise che ci ho messo quasi sei anni a laurearmi. anzi ho fatto bene, intanto che investivo nel futuro me la godevo sulle delle scale antincendio.

sabato 8 settembre 2007

Darkone Milicic, pivot di Memphis e della Serbia




ovvero: "These three shits, the three biggest pussy refs robbed us, that's what happened. These three shits, the three pussys think they're the dick, I'll come over there and fuck their mother, that's all I want to say. All three are pussys, I'll fuck his Italian mother in the pussy. That's all I want to say."
The reporter asks him to calm down, at which point he continues:
"Shit, he can suck my dick, you can write that. All three, the first one, the second one, and the third one, I don't give a fuck who they are."
The reporter asks him about the beating (not literal, on the court) he took:
"What beating, the pussy doesn't want to ref the game, he shit himself, I'll fuck his little mother in the mouth. If he has a daughter, I'll fuck her, too. We were fighting, I'm tired, about to get infusion, and they rob us like shit. That's it."

per chi non masticasse l'angloso: "Giornalista: Darko Milicic, nonostante la sconfitta complimenti ... prime impressioni ?
Milicic: Questi due ... no tre orrende teste di merda, queste fichette di arbitri figli di puttana ci hanno rubato la vittoria, ecco cosa e' successo. Figli di puttana, fichette succhia cazzo. Quelle teste di merda si credono importanti qui, teste di cazzo. Andro' da tutti loro tre e scopero' le loro madri nelle loro fighe marce. Ecco quello che faro'. Froci e finocchi tutti e tre ! (arbitri) Gli fottero' la sua madre italiana (di Facchini, n.d.t.), bastarda italiana, la scopero' nella sua figa italiana. Ecco cosa devo dire.
Giornalista: Darko, ti prego calmati ... dai ... impressioni riguardo la partita.
Milicic: No, questa testa di merda puo' succhiarmi il cazzo. Scrivilo pure sul giornale... tutti e tre, prima uno, poi l'altro ed infine il terzo mi succhieranno il cazzo. Non me ne frega un cazzo di chi siano.
Giornalista: Partita combattuta ...
Milicic: Quale combattuta ? questa fighetta figlio di troia non ha fermato la partita a noi (non so a cosa si riferisse)... si e' cagato addosso, frocio. Gli scopero' sua madre nella bocca ... (glurp,glurp) ... E se ha una figlia piccola mi scopero a sangue anche lei.
Giornalista: Questa prestazione di squadra vi ha ridato fiducia in voi stessi ?
Milicic: Noi abbiamo fiducia, abbiamo lottato come matti, sono completamente a pezzi ... poi questi arbitri ce l'hanno rubata come fossimo una massa di merda ...
Giornalista: Darko, per favore ... non dire nient'altro"